Un
nuovo rapporto sostiene che, in quanto a qualità del codice, il software
open e quello proprietario siano quantomeno alla pari. Anzi, quello
open conterrebbe leggermente meno difetti
Nato da una partnership tra Coverity e il Department of Homeland Security (DHS) statunitense, il progetto di scansione del codice sorgente è ora al suo quinto anno di attività: la società ha analizzato più di 37 milioni di linee di codice open mettendole a confronto con ben 300 milioni di linee di codice proprietario fornito a Coverity da clienti la cui identità non è stata divulgata.
Il risultato dello studio? La media dei progetti software "closed" misura 7,5 milioni di linee di codice, e la densità di errori individuati dalla scansione di Coverity è di 0,64. La media dei progetti open, invece, è 832mila linee di codice con una densità di bug pari a 0,45.Quando i progetti closed e open sono di dimensioni comparabili, dice ancora lo studio, la densità di difetti è sostanzialmente uguale - con un leggero vantaggio per quei software open particolarmente popolari (e dunque soggetti a un maggior grado di scrutinio pubblico) come Linux 2.6 (densità di bug di 0.62).
"La linea di confine tra il software open source e proprietario continuerà a offuscarsi col passare del tempo - ha commentato il direttore del progetto Scan per Coverity - parimenti alla cementificazione dell'open source nella moderna catena di fornitura del software".
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