simulazione di lettera al ministro dell'economia.
Caro signor Monti.
Scusi se replico in ritardo ma sono stato impegnato molto tra le mie varie attività e volevo a dare una risposta più completa possibile, ma anche con questo ritardo ci tengo a scriverle in risposta alle sue affermazioni fatte nella trasmissione televisiva Matrix e fargli pervenire un paio di mie riflessioni sullo stato delle cose.
Lei ha detto che i giovani si devono abituare a cambiare sempre lavoro, senza tenere conto del fatto che noi giovani siamo davvero esasperati dalla situazione, al limite della sopportazione oserei dire. Non pretendiamo a vent'anni il lavoro che ci porteremo avanti tutta la vita, ma comunque di essere riconosciuti come persone quasi adulte a cui si può fare affidamento. Le nostre ambizioni ora sono e riuscire a trovare, se non un lavoro, almeno un così detto lavoretto per essere indipendenti economicamente, sgravando un grosso peso alle famiglie, se si vive ancora a casa, o poter fare progetti come l'andare via dalla casa dei genitori o qualunque iniziativa che comprenda sia una crescita personale sia che contribuisca a una crescita collettiva. non chiediamo molto, o forse si visto la crisi, ma a noi ci basta poter lavorare senza dover accettare compromessi squallidi per guadagnare poi una miseria.
"Il posto fisso e monotono" ha detto.
Noi giovani, probabilmente, non vedremo mai uno stipendio fisso, a meno che chi ci governa rappresentato ora nella sua persona,decida di cambiare lo stato delle cose. Se la situazione lavorativa è già disperata la mia generazione è a serio rischio di non vedere neanche la pensione, in quanto non è materialmente possibile versare tutti i contributi richiesti lavorando tre mesi ogni due.
E' vero forse che fare lo stesso lavoro tutta la vita è monotono ma io preferirei molto di più ad avere una vita monotona che essere a 30 anni o oltre a casa dei miei perché non trovo uno straccio di lavoro e non ho ancora raggiunto l'indipendenza economica.
Che la società civile cresca e si sviluppi e le aziende con lei è un cosa del tutto normale giusta e positiva, ma i posti obsoleti devono essere sostituiti con posti al passo con i tempi (se vogliamo tenere il paragone). Quando c'è bisogno di aggiornare una azienda non vanno assunte persone nuove ma valorizzato quelle che ci sono già a lavorarci dentro. se una azienda assume troppa gente non è il lavoratore salariato a dover pagare le spese, in oltre i lavoratori non sono merce sul mercato del lavoro, ma persone con diritti e dignità, meglio vogliamo vedere esercitato il nostro diritto alla dignità. in oltre assumere e licenziare gente di continuo ha una ricaduta anche sulla qualità dello staff, che non appena avuto il tempo di imparare le strategie e il funzionamento di un azienda si trova già nella condizione di dovere imparare il funzionamento di un posto di lavoro completamente diverso, magari opposto.
ci terrei molto anche a sottolineare che i giovani cambiano di continuo lavoro, spesso cambiando continuamente ramo o settore di lavoro e questo non aiuta di certo a far si che si creino professionalità profonde, ma leggere conoscenze in più settori, quindi il risultato è anche poco utile alle società in quanto ogni assunzione è potenzialmente meno preparata anche difronte a un curriculum vitae che presenta molte mansioni.
ci terrei molto anche a sottolineare che i giovani cambiano di continuo lavoro, spesso cambiando continuamente ramo o settore di lavoro e questo non aiuta di certo a far si che si creino professionalità profonde, ma leggere conoscenze in più settori, quindi il risultato è anche poco utile alle società in quanto ogni assunzione è potenzialmente meno preparata anche difronte a un curriculum vitae che presenta molte mansioni.
signor monti, la prego, oltre a preoccupasi di fare scendere lo spread si preoccupi di fare crescere i cittadini.
Io come altra tanta gente non veneriamo il dio mercato azionario o qualunque altra cosa alla stile wall street, anche se ci rendiamo conto dell'importanza della borsa nella vita di tutti i giorni, crediamo che ci siano molte metodologie di sviluppo sociale e economico, e sarebbe bello vedere attuare una metodologia di sviluppo sostenibile e ben integrata con l'ecosistema della società civile italiana.
Io come molti altri non abbiamo nessuna voglia di diventare un burattino della borsa e delle aziende, assunti e licenziati in un batter d'occhio, chiediamo un posto dove poter coltivare e dimostrare le mie capacità e poter assumere una vera profesionalità.
Io come molti altri non abbiamo nessuna voglia di diventare un burattino della borsa e delle aziende, assunti e licenziati in un batter d'occhio, chiediamo un posto dove poter coltivare e dimostrare le mie capacità e poter assumere una vera profesionalità.
voglio un posto dove per quanto duri poco il contratto duri minimo 5 anni e mi sia retribuito l'effettivo impegno che mi richiede, sia di tempo che psicofisico.
E' logico che c'è da ridurre il divario tra chi è già nel mercato del lavoro e chi fatica ad entrarci, ma c'è anche da pensare che il mercato del lavoro deve garantire delle sicurezze in fattore di tempo e crescita economica e personale.
Noi giovani non chiedo l'America, intendendola un posto dove chiunque può arrichirsi smisuratamente, chiediamo semplicemete l'Europa, ovvero quel posto dove un lavoro abbastanza sicuro c'era per tutti.
Noi giovani non chiedo l'America, intendendola un posto dove chiunque può arrichirsi smisuratamente, chiediamo semplicemete l'Europa, ovvero quel posto dove un lavoro abbastanza sicuro c'era per tutti.
un giovane della mia età qua non trova niente di più di contratti co.co.co. o co.co.pro. di durata tra un mese e l'anno in cui viene spremuto fino all'esaurimento.
Io trovo giusto che quando un libero professionista da dei servigi a delle aziende sia stipulato un contratto di collaborazione, che sia a progetto o occasionale, ma credo che questi siano giusti e utili solo in quel caso, e che sia il libero professionista a decidere il tipo di contratto, non che siano usati nei casi disparati, anche per lavori da dipendenti. se una persona è un consulente di marketing, per esempio, il contratto di collaborazione è utile, in quanto magari collabora con più aziende e gli permette di gestirsi il lavoro, se invece il contratto di collaborazione è fatto a un dipendete di un call center che lavora sotto un agenzia e promuove determinati prodotti per un azienda che a ingaggiato il suo datore di lavoro allora è sfruttamento, questi contratti non hanno fisso spesso o se lo hanno e una miseria. Riporto brevemente le condizioni di un contratto che hanno stipulato a me: collaboratore a progetto, contratto di un mese. Il fisso che mi era assegnato dipendeva dal numero di "contatti utili" che riuscivo ad ottenere, il numero era estremamente alto è quindi non sono riuscito neanche a guadagnare l'intera somma di raggiungimento dei termini contrattuali.
Noi giovani siamo ben disposti a fare sacrifici come tutti gli altri cittadini ma non ha sacrificare la nostra vita, questi lavori indecenti che ci vengono proposti spesso vengono accettati perché sono meglio di non lavorare e non percepire lo stipendio.
Io trovo giusto che quando un libero professionista da dei servigi a delle aziende sia stipulato un contratto di collaborazione, che sia a progetto o occasionale, ma credo che questi siano giusti e utili solo in quel caso, e che sia il libero professionista a decidere il tipo di contratto, non che siano usati nei casi disparati, anche per lavori da dipendenti. se una persona è un consulente di marketing, per esempio, il contratto di collaborazione è utile, in quanto magari collabora con più aziende e gli permette di gestirsi il lavoro, se invece il contratto di collaborazione è fatto a un dipendete di un call center che lavora sotto un agenzia e promuove determinati prodotti per un azienda che a ingaggiato il suo datore di lavoro allora è sfruttamento, questi contratti non hanno fisso spesso o se lo hanno e una miseria. Riporto brevemente le condizioni di un contratto che hanno stipulato a me: collaboratore a progetto, contratto di un mese. Il fisso che mi era assegnato dipendeva dal numero di "contatti utili" che riuscivo ad ottenere, il numero era estremamente alto è quindi non sono riuscito neanche a guadagnare l'intera somma di raggiungimento dei termini contrattuali.
Noi giovani siamo ben disposti a fare sacrifici come tutti gli altri cittadini ma non ha sacrificare la nostra vita, questi lavori indecenti che ci vengono proposti spesso vengono accettati perché sono meglio di non lavorare e non percepire lo stipendio.
Deve anche tenere conto che l'Italia, è risaputo, è un paese vecchio. In Italia a differenza di gran parte del mondo i giovani sono tenuti in disparte, non ci sono molti investimenti su di noi. Forse non viene riconosciuta al livello generale l'importanza di noi giovani come futuro di una società civile. Il lavoro per noi è un sogno e le università continuano ad avere i fondi tagliati continuando a proporre percorsi di studio e programmi dei corsi vecchi e non aggiornati. La situazione è davvero pesante, è triste che un ventenne le scriva queste cose per esprimere dei disagi. Il futuro oggi non ha futuro.
Non è un mistero il perchè molti giovani provano ad emigrare all'estero, e tanti altri ci pensano e magari aspettano di sistemare solo delle faccende personali, lavorative o di studio qua in Italia.
Una persona, anche se giovane, non può passare la vita ad aspettare un miglioramento, non biasimo chi si è recato già all'estero per poter trovare un futuro e spesso pure io ci penso di andarmene.
Il grosso motivo della crisi italiana non è solo nelle differnze delle quotazioni di borsa, il grosso problema sta nelle tasche delle famiglie, che non riescono ad arrivare a fine mese e che sono pure sovracaricati di tasse, sia per i lavoratori salariati sia per chi si è costruito una propria attività.
come si può pensare di fare lavorare le industrie e i negozi se le persone non riescono ad comprare i prodotti? questo non lo pensato io è stato già intuito da Ford 100 anni fà.
Noi giovani accettiamo quasi tutti molto volentieri la sfida di inserirci nella società civile, ma questa sfida ha delle condizioni troppo dure in questo momento, non siamo dei fannulloni che vogiono la vita facile e solo che per il momento per molti di noi è una sfida troppo ardua è già persa in partenza. per fare un esempio posso paragonare questa situazione allo scalare una montagna impervia, non si può arrivare in cima senza l'attrezzatura giusta per arrampicarsi e camminare, in oltre bisogna studiarsi i sentieri da fare prima di partire; analogamente non ci si può inserire nel mondo del lavoro e nella società se non vengono fatti dei contratti decenti e data l'opportunità di avere delle certezze, anche economiche, che permettono di fare dei progetti a lungo raggio, è la preparazione dei sentieri equivale al cercare di inserire la maggior parte delle persone nelle attività per quale si è studiato, se non la maggior parte comunque il più possibile in quanto sono già preparati per il lavoro che vanno a fare.
spero di averle dato dei punti su cui riflettere
cari saluti
Gregorio
Non è un mistero il perchè molti giovani provano ad emigrare all'estero, e tanti altri ci pensano e magari aspettano di sistemare solo delle faccende personali, lavorative o di studio qua in Italia.
Una persona, anche se giovane, non può passare la vita ad aspettare un miglioramento, non biasimo chi si è recato già all'estero per poter trovare un futuro e spesso pure io ci penso di andarmene.
Il grosso motivo della crisi italiana non è solo nelle differnze delle quotazioni di borsa, il grosso problema sta nelle tasche delle famiglie, che non riescono ad arrivare a fine mese e che sono pure sovracaricati di tasse, sia per i lavoratori salariati sia per chi si è costruito una propria attività.
come si può pensare di fare lavorare le industrie e i negozi se le persone non riescono ad comprare i prodotti? questo non lo pensato io è stato già intuito da Ford 100 anni fà.
Noi giovani accettiamo quasi tutti molto volentieri la sfida di inserirci nella società civile, ma questa sfida ha delle condizioni troppo dure in questo momento, non siamo dei fannulloni che vogiono la vita facile e solo che per il momento per molti di noi è una sfida troppo ardua è già persa in partenza. per fare un esempio posso paragonare questa situazione allo scalare una montagna impervia, non si può arrivare in cima senza l'attrezzatura giusta per arrampicarsi e camminare, in oltre bisogna studiarsi i sentieri da fare prima di partire; analogamente non ci si può inserire nel mondo del lavoro e nella società se non vengono fatti dei contratti decenti e data l'opportunità di avere delle certezze, anche economiche, che permettono di fare dei progetti a lungo raggio, è la preparazione dei sentieri equivale al cercare di inserire la maggior parte delle persone nelle attività per quale si è studiato, se non la maggior parte comunque il più possibile in quanto sono già preparati per il lavoro che vanno a fare.
spero di averle dato dei punti su cui riflettere
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