sabato 4 luglio 2015

riflessioni da fonico (pensieri sparsi)

torno a scrivere queste poche righe per sfogarmi e riflettere su una cosa successa oggi in ambito lavorativo...
io è da ormai parecchio tempo che faccio il tecnico del suono e ho un piccolo studietto di registrazione, nulla di stratosferico ma con tutti gli attrezzi giusti per lavorare. E' un attività che seguo e implemento con passione e sudore di fronte e riesce a darmi soddisfazioni (più personali che economiche).

arriviamo allo sfogo che vuole essere più un punto di riflessione:
è da un po di tempo che seguo il brano di un artista, è mi ha fatto apportare parecchie modifiche in fase di missaggio. io con molta umiltà ho ritoccato le cose chi mi chiedeva di volta in volta, avolte perchè erano errori miei, a volte perchè dovevo assecondare il suo gusto personale...
in fase di master a chiesto delle correzioni che ho apportato, al secondo master consegnato a continuato (con fare arrogante) a  dirmi che il lavoro l'avevo svolto male per questo e per quel motivo.
criticava il fatto che la base si sentisse male, e sosteneva il fatto che dovessi intervenire sulla voce solamente, che il beat era già mixato da dio e che al massimo dovevo abbassarlo di volume per dare spazio alla voce. ora non entro nel tecnico della questione, ci sarebbe da scrivere un libro sopra a queste poche righe di riflessione, ma mi limito a dire che gli interventi chiesti erano quello di più sbagliato che si potesse chiedere, la voce era già altissima di volume, e non è un buon modo per renderla percepibile alzarla di volume, deve trovare il suo spazio, ma senza eccedere e se devo sacrificare una delle due parti con l'equalizzatore o qualsiasi altro effetto sicuramente non sarà la voce a essere sacrificata. 
se fosse stato vero io avrei accettato anche le critiche e mosso i pomelli delle mie attrezzature su strade più consone al suo gusto musicale, ma il master in questo caso era ottimale... suonava giusto, pulito, loud, e aperto. 
la conoscenza e la sensibilità che sta dietro a un lavoro come il mio è enorme, lo studio non finisce mai, si continua a studiare pezzo dopo pezzo e ad apprendere, e sentirmi criticare grossolanamente il mio lavoro, per cui sono stato ore a curare ogni singolo dettaglio mi ferisce abbastanza sopratutto se le critiche mosse non vengono supportate con delle spiegazioni tecniche, ogni pezzo che mixo lo sento anche come una mia creazione.
come detto io ho studiato per fare questo, sia come autodidatta sia in una scuola seria, l'anno prossimo inizierò pure un corso di studi di livello universitario su questo argomento, 

non voglio parlare del lavoro degli altri, ma spesso mi capita di sentire lavori uscite da altri studi e sentire che non c'è un impostazione di missaggio, sembra che si limitino a registrare le voci e fare i volumi delle varie tracce audio presenti su una canzone. il lato più triste e che tra ascolti di bassa qualità e abitudini sbagliate di vari improvvisati del mestiere la gente chiede quello stampo li: un mixaggio non mixato e un master non masterizzato

è giusto e normale che non ci sia più educazione musicale e un minimo di conoscenze tecniche dagli stessi artisti?
dove deve andare la musica, questa nobile arte, iniziare e finire dalle mani di ragazzini? essere destinata a essere sempre più un fenomeno di massa usa è getta? un oggetto destinato solo alle discoteche? e la musica deve essere un fenomeno di massa freddo e standardizzato usato giusto da canticchiare sotto la doccia per una settimana perchè poi c'è già la hit nuova in radio?
spero di no per me la musica è una vibrazione dell'animo, con questa idea io affronto ogni lavoro, non come un freddo esecutore.
il musicista (in senso ampio) però dovrebbe avere l'umiltà di affiancarsi ad un fonico e rispettare il suo parere, conosciamo la musica in maniera diversa, più approfondita.
invece vedo sempre più musicisti e artisti che ci sottovalutano, o che credono di poterci sostituire in todo.
noi chiudiamo un anello importantissimo che va dalla produzione all'ascoltatore, un fonico che si rispetti sa quanto sia importante il suo lavoro per trasmettere l'idea dell'artista all'ascoltatore.
il stesso fonico a modo suo è un artista, un pittore che miscela il suoi vari colori per avere un risultato nuovo, apre nuove strade alla musica in tutte le sue fasi dei lavorazione 

se ci fosse un collega che legge sarei lieto di sapere cosa ne pensa sull'argomento

1 commento:

  1. Quello che dici e giusto e lo condivido,ma non apprezzo da parte tua critiche rivolte a ragazzi tra l'altro cantautori e fonici che hanno scritto libri su tecniche autotune riconosciute per cui se vuoi non essere giudicato non giudicare

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